In nome della Madre. Erri de Luca.
Il Museo Civico di Arte Sacra “Chiesa dell’Annunziata” di Cossignano – Ascoli Piceno – ha ospitato dal 9 all’11 ottobre 2020 In nome della Madre, un intenso monologo di Erri de Luca interpretato da un’attrice di grande fascino e talento come Galatea Ranzi diretta dalla regia di Gianluca Barbadori.
Lo spettacolo – una produzione del Teatro Biondo di Palermo in collaborazione con Ponte tra Culture di Ancona – è proposto, nel rispetto di tutte le procedure di legge per il contenimento della diffusione del Covid previste dalla normativa vigente, nell’ambito di Patrimonio in scena – per la diffusione dello spettacolo dal vivo negli Istituti culturali delle Marche, un progetto nato dalla collaborazione tra Regione Marche, Consorzio Marche Spettacolo e il coordinamento Musei Archivi Biblioteche – MAB Marche, in collaborazione con AMAT e Comune di Cossignano.
“Esprimo, anche a nome della nuova Amministrazione comunale appena insediata – afferma Roberto Luciani sindaco di Cossignano -, grande soddisfazione per la presentazione dello spettacolo In nome della Madre nella suggestiva cornice della Chiesa dell’Annunziata di Cossignano. L’iniziativa rientra pienamente nei programmi per la tutela e la promozione culturale del territorio locale e per la valorizzazione degli Istituti culturali locali, quali il Museo civico di arte sacra e l’Antiquarium comunale Niccola Pansoni. Auspichiamo che questa manifestazione costituisca l’avvio di una proficua collaborazione operativa per ulteriori eventi di spettacolo dal vivo nel nostro piccolo borgo ricco di bellezze storiche, architettoniche, culturali e ambientali”.
In nome della madre è la storia narrata in prima persona da Miriàm, una donna che ricorda quanto da lei vissuto da ragazza, in Galilea, quando decise con straordinario coraggio di essere sposa e madre vergine, sfidando la tradizione ebraica del suo tempo per adempiere al suo destino di donna. Un mattino di inizio primavera, non ancora maggiorenne, mentre è nella sua stanza le appare una visione, nella quale un angelo le annuncia che avrà un figlio e le profetizza per lui un destino di grandezza. Subito dopo la giovane scopre di essere incinta. Dopo qualche titubanza, decide di avvertire quella sera stessa Iosef, il suo promesso sposo. Miriàm sa perfettamente che rischia di essere lapidata, ma rifiuta ogni menzogna, rivendicando il mistero della sua gravidanza e la sua assoluta buona fede.
Grazie ad un decennio di studi biblici e del Talmud e allo studio degli storici romani, De Luca riesce a dare alla storia uno sfondo assolutamente credibile, facendo ricorso solo al linguaggio semplice e delicato della poesia. Il risultato è un testo pieno di grazia, un testo che commuove e che fa riflettere credenti e non credenti. Lo spettacolo è integrato nell’epilogo da un frammento del libro La faccia della nuvole, sempre di Erri de Luca, nel quale Miriàm/Maria fa riferimento alla vita di Gesù fino alla crocifissione sul Monte Golgota.
“In nome del Padre – afferma Erri De Luca – inaugura il segno della croce. In nome della madre s’inaugura la vita. L’adolescenza di Miriam/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa. Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro. Miriam/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo. La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille”.
C.C.
I open Paroleacapo for my great love: the Theater which allows me to travel while I’m still, dreaming sitting in the audience, dance in the gallery and take pics before the curtain rises!
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